Georges Mathieu è nato nel 1921 a Boulogne-sur-Mer, in Francia. Ha studiato filosofia e letteratura prima di dedicarsi alla pittura. Dopo i suoi primi studi su ritratti e ritratti realistici, nel 1944 iniziò a sperimentare forme più astratte ed espressive nelle sue “astrazioni liriche”. La sua produzione è associata al tachismo (francese per la colorazione a macchie), uno stile pittorico praticato a Parigi dopo la seconda guerra mondiale e negli anni ’50. Simile alla pittura espressionista astratta negli Stati Uniti, il tachismo è inteso come emotivo, intuitivo e altamente spontaneo, sottolineando gli aspetti gestuali e performativi dell’atto pittorico. Il lavoro di Mathieu nello stile del tachismo faceva parte del più grande movimento francese del dopoguerra noto come Art Informel, ispirato all’approccio istintivo e personale dell’espressionismo astratto americano contemporaneo e della pittura d’azione. Mathieu cercò persino di presentare Jackson Pollock in Europa alla fine degli anni ’40 organizzando mostre di opere di espressioniste astratte e Arte Informale. A metà degli anni ’50, Mathieu iniziò a dipingere davanti a diverse migliaia di spettatori in eventi teatrali, facendo riferimento sia alla pittura d’azione che all’arte performativa. L’opera decorativa di Mathieu, simile alla calligrafia asiatica, ha ricevuto ampia attenzione critica in mostre come la DOCUMENTA II a Kassel nel 1959 e una retrospettiva del 1963 al Musée National d’Arte Moderna di Parigi. Il suo lavoro è rappresentato in collezioni internazionali tra cui il Centre Pompidou di Parigi, il Mumok di Vienna, il Museu de Arte Moderna di Rio de Janeiro e la Kunsthalle di Basilea in Svizzera. Oltre ai suoi dipinti, agli avvenimenti e al suo lavoro di curatore, Mathieu ha ottenuto il riconoscimento come scrittore e teorico dell’arte con il suo saggio Au-delà du Tachisme del 1963. Muore nel 2012 a Boulogne-Billancourt, in Francia.