Osvaldo Licini nasce nel 1894 a Monte Vidon Corrado, una piccola città nelle Marche in Italia. Nel 1908 studia all’ Accademia di Belle Arti di Bologna. Durante i suoi studi il Futurismo giunse all’apice. Licini fu molto attratto dal movimento e partecipò a molti eventi futuristi a Modena. Riportò una grave ferita durante la I Guerra Mondiale ed ebbe la possibilità di raggiungere la sua famiglia a Parigi, dove incontrò diversi artisti tra cui Picasso, Cocteau, Kisling e Modigliani ed espose I suoi lavori al Salone D’autunno e al Salone degli Indipendenti, partecipò alla mostra “Italian painters exhibition” curata da Mario Tozzi. Nel 1926, fece parte della mostra sul Novecento in Italia curata da Margherita Sarfatti al Palazzo della Permanente di Milano. Proprio in quell’anno tornò nella sua città natale. Durante questo periodo, Licini si concentra su diverse ricerche e analisi ed evoluzioni del linguaggio pittorico di Cézanne e Matisse evitando l’approccio meramente derivato . All’inizio degli anni ’30 crebbe il suo interesse per le nuove correnti di arte astratta che si stavano espandendo per l’Europa , come l’Abstraction-Création a Parigi. Lentamente si converte all’astrattismo, nel 1934 espone alla Quadriennale di Roma insieme al gruppo dei pittori italiani astratti che si erano raccolti attorno alla Galleria del Milione. La sua passione per l’astratto divenne cosi forte, che distrusse o ridipinse molti dei suoi lavori precedenti. Nel 1950 espose nove tele alla biennale di Venezia, dove per la prima volta appare il personaggio che ricorrerà nella sua produzione: Amalassunta, una figura misteriosa ed elusiva che qualche volta Licini identificava come personificazione della luna. Durante gli anni successivi ricevette molti importanti riconoscimenti critici e continuò a dipingere, espandendo con piena libertà lo stile che lo aveva caratterizzato negli anni precedenti. Morí a Monte Vidon Corrado nel 1958. Nel 1986 fu fondato il Centro Studi Osvaldo Licini.