Durante gli anni Venti, un piccolo villaggio giapponese, circondato da campi di gelsi e situato nella prefettura di Mie, portava ancora il nome Ueno-cho Kuwamachi: qui nasce Sadamasa Motonaga, il 26 novembre del 1922. Il padre, Shoichiro, è un autista; la madre, Kin, dirige un ristorante. Dopo aver conseguito il diploma alla Mie Prefetural Ueno Commercial High School, Motonaga svolge lavori di ogni genere, fa il macchinista, l’operaio, l’impiegato postale, il commesso e l’insegnante di danza. A vent’anni si cimenta nella creazione di manga, disegna fumetti comici per qualche rivista satirica, e, nel 1944, comincia a prendere lezioni di disegno da Hamabe Mankichi, artista e capo dell’ufficio postale dove Motonaga inizierà a lavorare. Attraverso questa conoscenza Motonaga si avvicina e si interessa alla pittura ad olio, in particolare quella legata all’arte occidentale. Nel 1952 decide di trasferirsi a Kobe per frequentare la Nishinomiya Art School, una scuola di stampo occidentale, dove gli viene insegnata la tecnica dei bozzetti e lo stile del Fauvismo. Un anno dopo partecipa all’esibizione Ashiya City Art e vince il premio Holbein, con il dipinto Nude in Yellow (1952): il giudice è Jiro Yoshihara, che presto avrebbe fondato il gruppo Gutai. Motonaga rimane profondamente colpito e affascinato dalle opere astratte esposte durante la mostra ad Ashya, e inizia così un percorso su quelle tracce. Ispirato dalla Montagna Maya e dalle sue luci notturne, nel 1954 realizza Treasure, il suo primo dipinto astratto, già impregnato di quelle forme d’infanzia e di colori che avrebbero contraddistinto tutta l’opera dell’artista. In occasione dell’ottava edizione dell’Ashiya City Art Exhibition, nel 1955, incontra nuovamente Yoshihara, che gli attribuisce per una seconda volta il premio, ma soprattutto lo invita ad esibirsi con il gruppo Gutai, ormai nato da un anno, alla mostra Modern Art Outdoor Experimental Exhibition to Challenge the Midsummer Sun. La mostra si tiene durante l’estate di quello stesso anno, al parco di Ashiya, e Motonaga vi presentaLiquid: Red. Si tratta di un’installazione di tubi in vinile sospesi da un ramo e riempiti di acqua colorata, tecnica che riproporrà spesso nelle sue installazioni. Dopo quella prima mostra entra pienamente a far parte della comitiva artistica: si trasferisce nell’appartamento di uno dei membri, Saburo Murakami, partecipa a diverse mostra, e, prima fra tutte, quella tenutasi in ottobre – sempre nel 1955 – all’Ohara Hall di Tokyo: la First Gutai Exhibition. Qui Motonaga presenta principalmente l’installazione Work (Water)e uno dei suoi dipinti astratti, Work(1955).
Nel mese di marzo del 1957 si esibisce con tutto il suo repertorio in una prima personale, presso la galleria Umeda, ad Osaka, tenutasi nell’arco di soli cinque giorni, durante i quali vende per la prima volta sue opere.
Celebrando la semplicità della bellezza, Motonaga continua ad esibirsi con la corrente Gutai, mentre prosegue nella sperimentazione di nuove tecniche. Durante il 1957 decide di concentrarsi sulla pittura, in particolare utilizzando la tecnica giapponese tarashikomi,ossia la sovrapposizione di diversi strati di pittura liquida non ancora asciutta. Predilige sempre più la raffigurazione di forme lineari, composte da colori perlopiù primari. Durante il processo creativo, cerca la casualità: appoggia la tela sul pavimento e vi versa la pittura, in modo tale che alcune forme nascano intenzionalmente e altre in maniera puramente accidentale. Con questa nuova tecnica Motonaga realizza numerose tele di ingenti dimensioni, la prima che esibisce è Mr. Tapié (1958), durante la mostra International Art of a New Eraalla quale presenzia proprio il critico Michel Tapié. Il tratto dell’artista diviene inconfondibile e giungono così i primi successi internazionali: nell’arco di tre anni espone in diverse mostre italiane, tra cui Arte nuova: esposizione internazionale di pittura e scultura, tenutasi a Torino nella primavera del 1959, poi, nell’ottobre dello stesso anno, l’ottava edizione del Premio Lissone. In seguito di nuovo a Torino, presso la Galleria Civica d’Arte Moderna, nell’estate del 1962. Al contempo approda in maniera significativa anche negli Stati Uniti, dove, oltre ad alcuni eventi insieme al gruppo Gutai, si tiene una sua personale: Motonaga: First One – Man Show, alla Martha Jackson Gallery di New York (1961-62). Le sue opere divengono una presenza fissa nelle mostre internazionali sulla nuova arte giapponese, tra cui Contemporary Japanese Art(1964), alla Corcoran Gallery of Art di Washington, e Moderne Malerei aus Japan(1965) al Kunsthaus di Zurigo.
Nell’autunno del 1966 l’artista si trasferisce a New York, invitato dalla Japan Society, restandovi un anno. Durante il suo soggiorno americano, fra febbraio e marzo del 1967, partecipa alla mostra The New Japanese Painting and Sculpture, tenutasi al Museum of Modern Art. Sempre intento a sperimentare, Motonaga scopre durante questo periodo i colori ad acrilico e l’utilizzo dell’aerografo, tecnica attraverso la quale dona un accento più etereo alle sue forme, ora più che leggere che mai.
Torna in Giappone e per qualche anno partecipa ancora attivamente agli eventi legati al Gutai. Nel 1971 abbandona però il gruppo e intraprende un percorso solitario.
Nell’arco degli anni Settanta e Ottanta l’artista organizza diverse performance, durante le quali il colore rimane sempre protagonista: bacinelle sospese e piene di pittura che si scontrano liberando e mescolando colori sulle pareti bianche, è Collision(1974).
Sono anche gli anni dei libri illustrati, che l’artista, da sempre innamorato del mondo dell’infanzia, realizza insieme al poeta Tanikawa, raggiungendo un notevole e duraturo successo. Primo fra tutti il libro Moko Moko Moko(1977).
A partire dalla metà degli anni Ottanta, le opere dell’artista sono esposte in numerose mostre internazionali, alcune dedicate al gruppo Gutai, ormai scioltosi definitivamente (1972), e altre più generalmente tematizzate sull’arte avanguardistica del Giappone, come l’esposizione Japon des avant gardes 1910-1970tenutasi al Centre Georges Pompidou, Parigi (1986). Alla 45esima edizione della Biennale di Venezia, nel 1993, Motonaga presenta una rivisitazione della sua celebre installazione Work (Water), che diventa simbolo dell’unione fra l’artista e il gruppo Gutai.
Nel corso degli ultimi vent’anni di vita, gli sono stati dedicati numerosi riconoscimenti: riceve nel 1991 la Medal with Purple Ribbon e nel 1997 gli viene conferito l’Order of the Rising Sun, Gold Rays with Rosette. Lo Hyogo Prefectural Museum of Art, a Kobe (1998), l’Hiroshima City Museum of Contemporary Art (2003) e il Mie Prefectural Museum of Art (2009) allestiscono invece importanti retrospettive. Del 2016 la mostra personale alla Repetto Gallery di Londra.
Sadamasa Motonaga muore il 3 ottobre del 2011, poco dopo aver donato alcune delle sue sculture al Hyogo Prefectural Museum of Art.