

Salvatore Mangione (Salvo) nacque a Leonforte, in provincia di Enna, il 22 maggio 1947. Trascorse l’infanzia in Sicilia, per poi trasferirsi a Torino. Fin da giovane mostrò una spiccata inclinazione per il disegno, tanto che nel 1963 partecipò alla 121ª Mostra della Società Promotrice di Belle Arti. Negli anni della giovinezza si occupò della produzione di copie da maestri come Rembrandt, Van Gogh, Fontana e Chagall.
Durante un breve soggiorno a Parigi, entrò in contatto con il fervore culturale legato ai movimenti studenteschi. Tornato a Torino, iniziò a frequentare gli artisti emergenti dell’Arte Povera, gravitanti attorno alla galleria di Gian Enzo Sperone. In questo contesto conobbe e instaurò rapporti con protagonisti come Alighiero Boetti — con cui nacque una profonda amicizia — Mario Merz, Gilberto Zorio e Giuseppe Penone, oltre a importanti critici quali Renato Barilli, Germano Celant e Achille Bonito Oliva. In questi anni Salvo si dedicò all’arte concettuale, realizzando montaggi fotografici, testi e incisioni su marmo. Nel 1972 partecipò alla prestigiosa Documenta di Kassel.
Il 1973 rappresentò un punto di svolta nella sua carriera: sentì il bisogno di tornare alla pittura, riscoprendo tecniche tradizionali e un linguaggio figurativo personale. A partire dal 1976, sviluppò una serie di paesaggi mitologici popolati da cavalieri e rovine archeologiche, caratterizzati da una tavolozza sempre più vivace e luminosa.
Tra il 1982 e il 1983 la sua fama si consolidò ulteriormente in ambito europeo. Nel marzo 1982 il Museo Van Hedendaagse Kunst di Gand gli dedicò un’ampia retrospettiva. L’anno seguente, nell’aprile 1983, una selezione delle sue opere più significative del 1973 fu esposta al Kunstmuseum di Lucerna, e successivamente, a luglio, presentata anche al pubblico francese dal Musée Nouveau di Villeurbanne, nei pressi di Lione. Nel 1984 partecipò alla Biennale di Venezia, aprendo la strada a una lunga serie di mostre personali e collettive nei più importanti spazi espositivi in Italia e all’estero.
Salvo si spense a Torino il 12 settembre 2015. La sua eredità artistica continua a essere riconosciuta e valorizzata, come dimostrano le numerose retrospettive a lui dedicate, tra cui quella ospitata dalla Pinacoteca Agnelli nel 2024 dal titolo Arrivare in tempo.