

Carla Accardi (1924-2014) è stata una delle figure femminili più importanti del Novecento italiano. Femminista e astrattista, la Accardi sceglie di lavorare su forme difficili da decifrare, per abbattere pregiudizi come l’associazione tra donna e delicatezza, tra pittura e bellezza compositiva. La sua è una pittura costellata di confronti linguistici, attraverso l’equilibrio di una composizione rigorosa e l’intensità emotiva sprigionata dal colore. Che si esprime con coraggio e sperimentazione, in un periodo storico in cui le istanze della pittura sono quasi un dominio maschile.
Nata nel 1924 a Trapani, ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Firenze, prima di trasferirsi a Roma nel 1946. Nella capitale italiana incontra il gruppo di artisti con cui fonderà Forma I, tra cui Pietro Consagra e il futuro marito Antonio Sanfilippo. L’interesse principale del gruppo era quello di allineare le loro convinzioni politiche marxiste con un approccio formalista all’astrazione. Nei decenni successivi, Accardi ha partecipato a numerose mostre e ha esercitato un’importante influenza sullo sviluppo dell’Arte Povera a metà degli anni Settanta. Il 23 febbraio 2014 si spegne a Roma.
La sua filosofia artistica può essere catturata al meglio dalle sue stesse parole:
Carla Accardi in una conversazione con Walter Gudagnini, 1989.