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Mario Schifano è stato un artista italiano nato il 20 settembre 1934 a Homs, in Siria, figlio di un archeologo coinvolto negli scavi a Leptis Magna, in Libia. Dopo aver completato un apprendistato al Museo Etrusco di Villa Giulia, Schifano fece il suo esordio nel 1960 con una mostra alla Galleria La Salita di Roma, presentata da Pierre Restany, intitolata “Cinque pittori romani: Angeli, Festa, Lo Savio, Schifano, Uncini”. Fin dall’inizio, Schifano attirò l’interesse della critica con i suoi quadri monocromi, che evocavano l’idea di uno schermo fotografico e in seguito accoglieranno numeri, lettere, segnali stradali e i marchi di Esso e Coca Cola. Questo stile innovativo gli valse un contratto esclusivo con la gallerista americana Ileana Sonnabend.

Durante gli anni ’60, Schifano realizzò mostre personali a Roma, Parigi e Milano e ricevette i primi riconoscimenti, tra cui il Premio Lissone nel 1961 e il premio Fiorino e La Nuova Figurazione a Firenze nel 1963. Nel 1962, espose alla Sidney Janis Gallery di New York nella mostra “The New Realists” e interruppe la collaborazione con Ileana Sonnabend. Il suo interesse per la storia dell’arte italiana e il Futurismo cominciò a emergere nelle sue opere, e nel 1964 presentò i suoi primi “Paesaggi anemici” alla Biennale di Venezia. Durante questo periodo, iniziò anche a creare cortometraggi sperimentali in bianco e nero in formato 16 mm.

Negli anni successivi, Schifano partecipò a numerose mostre internazionali e collaborò con un gruppo di rock psichedelico chiamato “Le stelle di Mario Schifano”, realizzando uno dei primi live show multimediali in Italia. Intorno al 1966-1967, Schifano iniziò a creare le serie “Ossigeno ossigeno”, “Tuttestelle”, “Oasi” e “Compagni, compagni”. Nel 1967, presentò il lungometraggio “Anna Carini vista in agosto dalle farfalle” allo Studio Marconi di Milano.

Il suo interesse per la storia contemporanea e il suo impegno civile lo portarono a una crisi ideologica e d’identità che lo portò a dichiarare di voler abbandonare la pittura. Tuttavia, il suo amore per l’arte lo spinse a continuare la sua carriera, sperimentando nuove tecniche e stili. Nel corso degli anni, Schifano realizzò numerose mostre personali e partecipò a importanti rassegne artistiche sia in Italia che all’estero. Le sue opere si caratterizzarono per l’uso di tecnologie innovative e nuovi materiali, come la tecnica dell’emulsione fotografica per trasferire immagini televisive su tela.

Mario Schifano morì a 63 anni il 26 gennaio 1998, dopo un infarto cardiaco nel suo studio a Trastevere, a Roma.